giovedì 9 giugno 2011

Contestazioni alla proposta 35 in prossima discussione (e votazione) in Comune

 

In merito alla futura “valorizzazione” dell’ex deposito ATAC di P.zza Bainsizza, il Coordinamento Cittadino Progetto Partecipato, dopo aver letto attentamente la proposta n. 35, che sarà presto sottoposta ad approvazione in Consiglio Comunale, muove alcune contestazioni che minano alla base la proposta, in quanto parte da presupposti sbagliati perché non tiene conto di tutta una serie di norme presenti nel piano regolatore, e del parere della stessa Soprintendenza Comunale che, su richiesta, già si era espressa a dicembre 2009.

Ed ecco i motivi della contestazione:

- Nella Proposta 35 si sostiene che la rimessa Atac Vittoria non rivesta “particolare interesse storico, architettonico o monumentale”. Dalla lettura del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Roma viceversa si evince che essa viene classificata come “edificio isolato T9” con destinazione d’uso a “servizi pubblici di livello urbano”, è inoltre inserita negli “Ambiti di programmazione strategica” e definita “archeologia industriale” termine questo che di per sé stesso attribuisce valore storico ed architettonico all’edificio in questione, e che implica la necessità di intervenire riqualificando le preesistenze architettoniche che, come da Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) art.64 comma 5 vengono equiparate a Zone di recupero del patrimonio edilizio esistente, ai sensi dell’art. 27, legge n. 457/1978.

In aggiunta alle prescrizioni del PRG che come si è visto inserisce la rimessa nella “Carta per la qualità” quindi in un quadro normativo volto alla tutela ed al recupero dell’edificio, dei caratteri architettonici e del sistema urbano, la rimessa Vittoria è anche stata oggetto di un parere della Soprintendenza Comunale (3 dicembre 2009) nel quale è espressamente dichiarato che -il deposito Atac andrà salvaguardato nel suo complesso per il ruolo che svolge nel tessuto urbano storicizzato del quartiere ottocentesco e per il valore storico documentario che riveste per la storia della città-.

Si ritiene dunque che Proposta 35 per quanto riguarda la rimessa Atac di piazza Bainsizza parta da presupposti assolutamente erronei.

- Per ciò che riguarda poi le destinazioni d’uso previste, anche in questo caso sembra non tenere minimamente in conto lo strumento urbanistico vigente, che non prevede alcuna percentuale abitativa, ma esclusivamente servizi pubblici.

Si rammenta a tal proposito la assoluta carenza di servizi che caratterizza questo stralcio di città storica, ben nota al nostro sindaco Alemanno il quale nel 2007 affermò: «Questo quartiere è tra quelli che hanno già una delle maggiori densità abitative a Roma. Vogliamo bloccare questa operazione, partiamo da questo Municipio ma faremo altrettanto ovunque si presenteranno situazioni del genere. In questo quartiere servono servizi per i cittadini: biblioteche, piscine, parcheggi, ambulatori, non nuova edilizia residenziale. Non si può giustificare con la scusa del dissesto finanziario di Atac la volontà di fare una speculazione edilizia. I debiti di Atac vanno ripianati con un’operazione di bilancio comunale».

L’aumento di residenze non farebbe che aggravare una situazione di crisi urbanistica nella quale già il quartiere si trova, viceversa il restauro dell’edificio e la sua rifunzionalizzazione a scopi di utilità pubblica sarebbero occasione di valorizzazione dell’intero ambito urbano nel quale esso è inserito e rappresenterebbe un’occasione per l’amministrazione capitolina di attivare un processo esemplare di riqualificazione urbana.

Entrando nel merito delle grandezze urbanistiche, nello specifico, nell’allegato alla proposta 35 (Dec G.C. dell’11 Aprile 2011 n.°33) si indica una volumetria esistente (Vc) pari a mc 48.500 con un ricavo di una SUL realizzabile massima (Vc/3,20) di mq 15.156, quindi la SUL massima è stata identificata come SUV, allo scopo di utilizzare al massimo le superfici di grandi capannoni esistenti.

Considerando che:

- le N.T.A. del P.R.G. all’art. 84 (comma 1 lett. k e comma 3) indicano i Depositi ATAC come “Aree per i Servizi Pubblici di livello urbano” e precisamente come “Attrezzature complementari alla mobilità come definite dall’art. 94, comma 3”,

- che il comma 3 dell’art. 84 definisce che in tali aree siano consentiti interventi di categoria RE (restauro edilizio) e DR (demolizione e ricostruzione), senza aumento della volumetria esistente

- e che l’art. 94 al comma 10 prevede che “l’indice di edificabilità territoriale (ET) non dovrà superare lo 0,5 mq. / mq. di SUL”,

si ritiene che la volumetria esistente non debba essere aumentata e che debba essere rispettato l’indice di edificabilità territoriale, che “rappresenta la Superficie utile lorda massima realizzabile per ogni metro quadro di Superficie territoriale ST”, come definito dall’art 5, comma 1. delle N.T.A.

Il criterio secondo il quale calcolare la SUL massima realizzabile dovrebbe attenersi al suddetto indice di edificabilità territoriale (da cui deriverebbe una SUL di mq 7.750, data da 0,5xST15.500mq), invece si identifica la SUL massima con la SUV (mc 48.500/3,2, da cui deriva una SUL massima realizzabile di mq 15.156).

Contrariamente, lo schema di Programma Generale predisposto dal 6° Dipartimento del comune di Roma, prossimo all’approvazione del Consiglio comunale, non tiene conto delle prescrizioni dell’art. 94, ed oltretutto assegna una “eventuale maggiorazione della SUL esistente frutto di incentivi urbanistici per il rinnovo edilizio, stimata in un massimo di mq 4.500”, che “sarà trasferita applicando il criterio dell’equivalenza economica nelle aree di Via Serverini e di Acilia”.

Nessun commento :

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...