mercoledì 14 novembre 2007

Non basta firmare...

A cavallo di questa settimana (i giorni 8 e 13 novembre) si sono svolti 2 importanti ed animati Consigli Municipali, in cui sono stati trattati argomenti che dovrebbero molto interessare gli abitanti del quartiere.

A dispetto di quanto immaginavo, (e mi scuso se sembrerò un pò ingenuo) pare non importi a nessuno (o quasi, ma non fà alcuna differenza) che, probabilmente già nel 2008, cominceranno i lavori per la riqualificazione del deposito ATAC Vittoria e, altrettanto probabilmente, non importa neanche che verrà, prima o poi, distrutto l'unico spazio verde attrezzato nelle vicinanze delle nostre abitazioni dove, oltre a portare i nostri bambini, si aveva modo di socializzare e scambiare due chiacchiere e qualche parere.

Se e quando, arriveranno i lavori per la costruzione della Metropolitana nel quartiere, ognuno troverà i suoi bei giardinetti di 100 metri quadrati sotto casa e...tutti contenti.

Questo non è quello che penso io, ma questo è quello che ci preparano, se non ci saranno altri sbocchi, le bocciature di TUTTE le proposte della opposizione, (di cui alcune per me alquanto sensate), nei 2 Consigli sopra citati.

Tanto per essere chiari, ieri, ad esempio, l'opposizione, e, in questo caso, anche 695 Cittadini (di cui 694, per vari motivi immagino, non si sono presentati), chiedevano, in due righe:

"Di impegnare il Presidente del Municipio e l'assessore competente del Comune di Roma ad individuare e reperire un'altra area da destinare al cantiere principale della costruenda tratta T1-T2 della Metro C.

Risultato: Bocciato all'unanimità !

Nel contempo, però, ho ricevuto (in qualità di Cittadino firmatario della protesta) complimenti, rassicurazioni e, a parole, tutta una serie di "possibili" soluzioni...devo dire, però, che tra le belle parole, e gli atti concreti delle bocciature, ci trovo qualche differenza, e pertanto avrei preferito che, contestualmente, si fosse fissato un appuntamento per le persone che hanno firmato la protesta, in cui discutere condivisibili soluzioni alternative, e in cui definire cosa si intende fare affinché il giardino di via Plava sia reso sicuro e più confortevole, almeno fino al suo eventuale e malaugurato smantellamento (che comunque non è previsto prima del 2011) e, sopratutto, mettere tutto questo (insieme a tempi certi) nero su bianco , e aggiungere così anche queste carte agli atti del Municipio... aggiungendole alle bocciature.

Devo dire, comunque, che, su quest'ultimo punto, ho avuto ampie rassicurazioni e promesse dalla nostra Presidente Antonella De Giusti, e attendiamo, perciò, sue notizie per decidere la data di un incontro.

Vorrei fare tante altre considerazioni e non mancherà il momento ma, ora, sinceramente un pò deluso dalla mancata partecipazione di chi, in teoria avrebbe dovuto manifestare la propria voce e, per vari impegni più o meno pressanti, non lo ha fatto, non mi pare proprio il caso.

Bene detto ciò, passiamo all'altro problema che è quello della riqualificazione del deposito ATAC Vittoria

A questo proposito, vorrei pubblicare l' intervento di Carlo Crocella in occasione della riunione del consiglio del XVII Municipio dell’8 novembre 2007 sulla dismissione del deposito Atac di piazza Bainsizza, il quale, in quella occasione, espone quanto segue:

L’argomento principale a sostegno dei progetti comunali che stanno suscitando forti ostilità fra i cittadini è il diritto dell’ATAC ad alienare i vecchi depositi per “fare cassa”. Fare cassa, non “valorizzare”, come amano dire gli esponenti dell’amministrazione. “Valorizzare” significa infatti “far aumentare di valore”, ma nel nostro caso aumenterebbe solo il valore monetario, non quello ambientale, artistico, urbanistico, culturale.

Questo è il punto: il diritto dell’ATAC – ancora sub iudice, perché basato su una norma del piano regolatore non approvata in via definitiva - è in conflitto con il diritto dei cittadini, basato su valori sociali, ambientali, culturali, urbanistici, e anche su concretissimi diritti di proprietà, perché gli edifici che si verrebbero a costruire sul terreno dell’ex deposito toglierebbero una vista di pregio agli edifici esistenti (si tratta - secondo i 9 progetti selezionati del “Concorso di idee” bandito dal Comune - di nuove costruzioni di altezza compresa fra un minimo di 5 e un massimo di 24 piani).

Il Comitato della Vittoria è contrario a qualsiasi aumento di cubatura. Nel quartiere della Vittoria non si sente alcun bisogno di nuove cubature, per di più di edilizia privata. Gli abitanti sono già troppi rispetto agli spazi disponibili. Si sente il bisogno invece di spazi aperti e di verde.

I cittadini che hanno deciso di intervenire a difesa delle qualità peculiari del quartiere non sono interessati a sostenere o contrastare una parte politica. Sono mossi solo dall’antica spinta naturale a difendere il luogo in cui si vive.

Siamo confortati dal fatto che sulla stampa, anche su quella più sensibile agli interessi dei costruttori, comincia a emergere il problema dei guasti che una certa urbanistica di grido ha lasciato in molte città, e non solo in Italia. Siamo confortati anche dalla solidarietà che si va manifestando fra comitati apparsi spontaneamente in quartieri diversi, ma che si trovano ad affrontare gli stessi problemi di fondo. Occorre garantire ai cittadini, come chiedono lo statuto comunale, la legge, la costituzione e la stessa normativa europea, una informazione dettagliata e tempestiva, anche attraverso un’adeguata presenza della società civile nella cosiddetta “cabina di regìa”.

Alcuni anni fa si tenne a Roma, presso la Camera dei deputati, un convegno di architetti italiani e francesi. In conclusione, l’architetto che aveva curato i restauri degli edifici della Camera durante la presidenza Iotti, disse: “A Parigi si insegue lo spirito del tempo, a Roma noi preferiamo rispettare lo spirito del luogo”.

I progetti che abbiamo visto – inorriditi – come frutto del “concorso di idee” porterebbero un vulnus forse mortale nel tessuto urbanistico del Quartiere della Vittoria, distruggendone per sempre lo spirito.

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