Caro Silvio Berlusconi, ho 60 anni, e quando anch'io ho votato convinto a tuo favore nel referendum che sanciva il tuo diritto ad avere tre reti televisive, quando identificavo in te uno che si era fatto "da solo" e che lottava contro l'ingiustizia e la corruzione, quando avrei dato l'anima ad uno che si proponeva con lo slogan "vietato vietare", mai e poi mai mi sarei aspettato che tu un giorno avresti usato tutto questo, per entrare in politica e con quelle che tu chiami "riforme" ti adoperassi a distruggere le più elementari regole di un vivere civile. Mai e poi mai mi sarei aspettato che, dopo averne firmato anche un altro, di referendum, dando un "NO !" altrettanto convinto al nucleare, arrivassi tu e mi dicessi che quello "non conta un cazzo" ! senza neanche discuterne.
Insomma sei cambiato tu ? O sono io che ho capito male ?
Nella seconda ipotesi (che sembra, purtroppo, essere l'unica possibile), dimmi: come faccio, come tu vorresti, ad amarti e ad avere fiducia in te ?
Caro Silvio, purtroppo per me (e per te) la vita va avanti, e tu di occasioni per dimostrare il tuo valore ne hai avute, ma, secondo me, non le hai sapute, o volute, o potute (purtroppo non fa differenza) "cogliere", perciò credo sia giusto, che cominci a pensare a dove andare in pensione. Di certo le possibilità economiche non ti mancano e nei tuoi palazzi dorati, che finalmente non saranno più la meta principale di giudici e giornalisti "d'assalto", potrai organizzare cose meravigliose che allieteranno il resto della tua vita.
Un saluto da chi, con il “fervente” contributo di alcuni personaggi che ti ruotano intorno, sei riuscito a far diventare "Comunista" (o almeno così dici tu), e che auspica un tuo sollecito commiato (possibilmente prima dell'inizio di una guerra civile), e che vorrebbe solo fare un piccolo passo avanti, e cominciare, finalmente, a parlar d'altro.
Io sono giovane. Al referendum sul nucleare ha votato mio nonno. Ora, io devo essere penalizzato perche' mio nonno era contrario al nucleare. E' giusto che una generazione si arroghi il diritto di decidere per tutte le generazioni che verranno dopo?
RispondiEliminaDetto questo, io sono contrario al nucleare. Ma mi oppongo per principio al fatto che i referendum debbano valere in eterno. Il risultato di un referendum dovrebbe avere una data di scadenza (ad esempio, quando il piu' giovane dei votanti ha superato i sessanta anni).
Assolutamente d'accordo con la tua proposta, ma guarda che nel 1987 (anno del referendum), a parte tuo nonno che non so quanti anni abbia, ha votato anche chi aveva 18 anni e perciò nato nel 1969 (oggi quarantenne), Comunque, a parte tutto, non ti sembra che prima di effettuare una simile decisione se ne sarebbe quanto meno potuto (e secondo me, dovuto) largamente discutere essendo una scelta che coinvolgerà varie generazioni ??? Proprio questo è il motivo per cui, all'epoca, si fece un referendum popolare, con intere trasmissioni del servizio pubblico in cui avevano spazio i favorevoli e i contrari e che ha portato ad una scelta, il più possibile cosciente e condivisa.
RispondiEliminaEsattamente. Siccome dal referendum sono passati 33 anni, la cosa piu' giusta sarebbe stato fare un nuovo referendum (che purtroppo comporta dei costi, ma e' il prezzo della democrazia). Informando sulle nuove tecnologie, sui rischi e sui tempi per metterle in atto (che insieme al problema dello smaltimento delle scorie secondo me e' una delle maggiori obiezioni al nucleare: abbiamo perso troppo tempo e non possediamo il know-how necessario).
RispondiEliminaUna decisione del genere spetterebbe ai cittadini e non al governo (o all'opposizione). Ma il condizionale e' d'obbligo, visto che viviamo in Italia.
Inoltre c'e' un impedimento dovuto al fatto che in Italia il referendum e' solo abrogativo: il referendum consultivo non esiste (ok, non sono sicuro, se sbaglio correggimi).
P.S. quella su mio nonno era un'iperbole. Io ho 22 anni e mio padre 43.
Ti prego di leggere questo post caldo caldo http://dellevittorie.blogspot.com/2010/03/popolo-di-navigatori-di-santi-di-eroie.html e, se ti va, di commentarlo, ciao
RispondiEliminaHo letto il tuo commento sull'astensionismo e su Silvio Berlusconi. E' francamente difficile non darti ragione sulle contraddizioni che esprime qotidianamente l'attuale maggioranza ma ti faccio una domanda: 15 anni di gestione del potere a Roma del centro sinistra (per non parlare delle precedenti giunte della stessa area politica) cosa hanno prodotto? Gli anni di governo Veltroni, a parte qualche lustrino di facciata (vedi festa del Cinema), hanno finito di devastare l'urbanistica di questa città permettendo la costruzione di quartieri privi di qualsiasi logica e infrastruttura (fatta salva la remunerazione dei costruttori)come Bufalotta, Mezzo Camino ecc. e l'inagurazione dei centri commerciali che hanno definitivamente steso il commercio di vicinato. L'approvazione del piano regolatore quando ormai la giunta era già dimissionaria è stata la ciliegina sulla torta. Allora Matteo, da chi ti senti più tradito?
RispondiEliminaRoberto
Tutte le cose che hai giustamente ricordato e che anch'io ho descritto sul Blog con la mia molto modesta capacità di scrittura e di critica (ricordo che io faccio proprio tutto un altro mestiere), non mi sono certo passate di mente, ed è proprio questo il motivo della mia non fiducia, perciò chi è causa del suo mal...pianga se stesso !
RispondiEliminaCiò nonostante, non è che faccia molto affidamento su chi ha come "esempio" e riferimento politico uno che usa la "censura" per non rispondere a chi lo contesta, e che non si vuole nemmeno presentare davanti ai giudici per dimostrare la sua eventuale innocenza.
Sono molto spiacente, ma la religione "Berlusconi", il credere, obbedire, combattere, nel terzo millennio, a me, oltre a sembrare patetico e ridicolo, sembra una enorme regressione, un vero e proprio FALLIMENTO morale, sociale e intellettuale di noi tutti.
E' per questo che ho scritto il post sull'astensionismo dove affermo che, secondo me, proprio quelli che vorrebbero astenersi, dovrebbero invece essere i più motivati ad ANDARE A VOTARE e a votare una lista civica per dare così un forte segnale di quanto i due schieramenti politici che oggi si contendono il paese, siano lontani anni luce da chi, protestando con l'astensione (che come al solito non verrà presa in alcuna considerazione da entrambi), vorrebbe che fossero uniti alla ricerca di soluzioni sostenibili e non impegnati in una eterna "guerra di bande".